La Fondazione
DE PALO UNGARO BITONTO
Nato per iniziativa di Teresa De Palo Ungaro, promotrice dell’omonima Fondazione, il Museo Archeologico di Bitonto (Bari) è formato da due mostre permanenti: «Gli antichi Peucezi a Bitonto» e «Donne e Guerrieri da Ruvo e Bitonto». Il percorso si svolge in tre sale, attraverso le quali vengono ricostruite le dinamiche sociali e culturali della popolazione antica del l’importante centro peucezio con l’esposizione di corredi funerari che coprono un arco cronologico compreso tra il Vl e il lll secolo a.C. Nella prima sala si trova la sepoltura più antica, di età arcaica, appartenente a un personaggio di rilievo dell’élite locale, ma è al lV secolo a.C. che si data la maggior parte dei corredi esposti: proprio in questo secolo l’abitato dei Peucezi riceve un importante impulso economico grazie sia allo sviluppo delle attività artigianali sia al ruolo preminente di Taranto sul territorio apulo. Tra i corredi del ceto emergente si rilevano armi e attrezzi da palestra che connotano i defunti di sesso maschile, mentre tra i manufatti vascolari si affermano la ceramica apula a figure rosse, la ceramica di Gnathia e la ceramica a vernice nera. Interessante è la sepoltura di un atleta con cratere apulo a campana su cui è raffigurata una dea alata che porge una corona d’alloro a un atleta, il quale, a sua volta, offre una libagione sull’altare della dea con una phiale. ll corredo funerario più ricco proviene, invece, dall’unica tomba a semicamera individuata a Bitonto, che occupa interamente la seconda sala ed è composto da circa cinquanta reperti ceramici e metallici. Ne fanno parte un intero servizio da simposio a figure rosse, con un grande cratere a mascheroni sul quale sono raffigurati due personaggi maschili entro un naiskos. Il corredo metaIlico, prevalentemente in piombo, include gli strumenti per la cottura della carne e un tripode, deposti simbolicamente nella tomba. Nella terza sala troviamo i corredi funerari provenienti dalla necropoli di via Traiana: le tombe maschili sono caratterizzale da strigili e armi, mentre pesi da telaio, fibule, pendenti, vaghi in pasta vitrea e ambra identificano le sepolture femminili. [ultima sala conserva anche due sepolture di antichi guerrieri da Ruvo di Puglia: la Tomba A (fine delV-inizi del lV secolo a.C.) comprende un servizio ceramico da simposio con un cratere a campana protolucano a figure rosse attribuito al Pittore di Amykos e diversi oggetti metallici che alludono alla sfera maschile. Il defunto della Tomba B indossava un cinturone in bronzo ed era accompagnato da utensili metallici per la cottura dei cibi, oltre allo strigile e a dei pugnali: il servizio da simposio include qui vasi a vernice nera e vasi apuli a figure rosse tra cui un grande cratere a mascheroni attribuito al Pittore di Baltimora.