Cratere a campana apulo

a figure rosse del IV secolo conservato nel Museo Archeologico di Bitonto

di Nicola Pice

di Giuliano De Felice

…un cratere a campana apulo a figure rosse del IV secolo conservato nel Museo Archeologico di Bitonto riproduce una figura virile nuda, che ha uno scudo circolare e due lance nella mano sinistra, mentre con il capo cinto da un ramo di alloro si accinge a un rito sacrificale presso un’ara votiva, avendo nella destra una patera. Di fronte a lui una Nike, vestita di chitone e adorna di braccialetti e orecchini, con le ampie ali decorate chiuse dietro la schiena, è colta nell’atto di porre con la destra una corona sul suo capo. La scena dice un momento esaltante della vittoria dell’eroe, vincitore nella gara del salto in lungo e premiato dalla divinità-simbolo con una corona di foglie. Nel lato posteriore del cratere due giovani ammantati, i giudici di gara, con la spalla destra scoperta hanno nella mano sinistra un bastone, il cosiddetto Kanòn, ossia l’asta adoperata per la misurazione della distanza raggiunta nel salto. in campo sono dipinti due halteres, una sorta di manubri in bronzo utilizzati per dare slancio al salto in lungo, come si vede in questa clip, aventi il duplice scopo di sostenere il salto, accrescendone lo slancio, e di rendere saldo ed equilibrato l’atterraggio. L’atleta si avvicinava al limite estremo del terreno duro con alcuni passi veloci, effettuava la attuta con un piede e nel contempo slanciava violentemente in avanti le braccia, sfruttando la spinta degli halteres, per ricadere a terra con un ultimo slancio delle gambe unite, contemporaneo a un veloce ritorno all’indietro delle braccia e un atterraggio a piedi uniti.

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