CONCORSO DANTESCO DI SCRITTURA CREATIVA “PAROLA DI DANTE!”

INDETTO DAL LICEO SCIENTIFICO – ARTISTICO GALILEI GALILEI DI BITONTO IN COLLABORAZIONE CON LA FONDAZIONE DE PALO-UNGARO

Il Concorso, destinato alle studentesse e agli studenti delle scuole Secondarie di secondo grado di Bari e provincia e si pone, tra le finalità, quella di “(…) stimolare le giovani generazioni a ricordare, rileggere, scoprire, attualizzare e approfondire la preziosa eredità linguistica tramandataci da Dante Alighieri (…)”, ha dato il seguente esito:

SEZIONE TESTI PROSA E POESIA

ClassificatoNomeScuolaTitolo
GERMANO MartinaClasse V sez. A Cambrige
Liceo Scientifico G. Galilei
Una mirabile visione
PILONE AlexClasse II sez. E
Liceo Scientifico G. Galilei
Uomo, sei pronto a riveder le stelle?
BAVARO Adriana
PROSCIA Luigi
Classe IV sez. A
Liceo Linguistico C. Sylos – Bitonto
Nella selva degli anaffettivi

SEZIONE AUDIOVISIVO – MULTIMEDIALE

ClassificatoNomeScuolaTitolo
PUGLIESE Biagio
PUGLIESE Francesco
Classe V sez. D
IISS Tommaso Fiore – Modugno
Riveder le stelle
MALERBA DanieleClasse IV sez. A
Polo Liceale Sylos-Fiore – Terlizzi
In viaggio con Dante fra musica e fumetti
CHIARULLI Nicola
CATERINA Rosamaria
IALONGO Maria Teresa
LOBASCIO Ester
Classe I sez. C
IISS Oriani-Tandoi – Corato
La Commedia ora vs allora

La commissione giudicatrice del concorso era composta dai docenti di lettere Proff. Napoli Concetta, Squicciarini Marilena, Bernardi Giuseppe, dalla scrittrice dott.ssa Cataldi Bianca Rita e dal Sig. Abbondanza Nicola. La premiazione ha avuto luogo in data 4 Giugno 2021 presso la sede del Museo Archeologico della Fondazione De Palo-Ungaro in Bitonto alle ore 18.30, nell’ambito dell’evento di Inaugurazione della Mostra delle antiche edizioni della Divina Commedia. I riconoscimenti sono stati consegnati ai vincitori dalla Dirigente del Liceo Scientifico Angela Pastoressa alla presenza del Provveditore agli Studi di Bari dott.ssa Giuseppina Lotito.

I premi comportavano:
Sezione testi ▪ 1° premio 250 euro ▪ 2° premio 150 euro ▪ 3° premio un buono libri di 50 euro
Sezione video ▪ 1° premio 250 euro ▪ 2° premio 100 euro ▪ 3° premio un buono materiale informatico di 50 euro

SEZIONE TESTI PROSA E POESIA

1° Classificato
GERMANO Martina

Una mirabile visione

Siam qui in quaranta.
Siam color che son sospesi,
a tremolar nel mezzodì
s’un burchio lurco di benzene
che s’un mar d’acciaio vaga.
Partenze e arrivi.
Attese e ritardi.
Fischi del capostazione
a dirigere il traffico dei ricordi
che si affollano
come uno sciame di api
nella mia memoria.
Mi immergo nella lettura
che mi cattura e mi travolge.
La vita rinnovata dall’amore
m’inciela e m’accende
il demone socratico. Sguardi, incontri, sospiri, lodi.
E mirabili visioni.
Gli occhi…
Non ho mai riflettuto abbastanza
sul potere travolgente
di uno sguardo.
La storia di quell’amore
come un colubro
morde l’anima mia
che par persa d’amor e pietà.
Guardo fuori dal finestrino
di questo treno in corsa
e mi sembra di veder
la bella persona
di quella donna gentile
che passeggia con le sue amiche,
liete e spensierate,
lungo l’Arno.
Umile e onesta,
tutto nobilita al suo passaggio,
con il suo saluto
che dona salute e fa imparadisare.
Quell’incontro m’immeglia
e mi rende insperatamente ottimista.
Anche le dolenti note
del saluto non ricambiato,
si trasformano in speranza
di felicità che nasce
dal potere evocativo
della poesia: velo sacro ed eterno
che ammanta preziosamente
tutto ciò che canta.
Osservo la copertina del libro,
mio compagno di viaggio
e di avventure.
Indugio sul titolo,
foriero di inattesa rinascita
e profondo rinnovamento:
“Vita Nova”. Forse di questo
abbiamo tutti bisogno.
Non mi sento più sola
in un’esperienza che mi fa
trasumanar
oltre il gravoso destino
di eterna pendolare.

2° Classificato
PILONE Alex

Uomo, sei pronto a riveder le stelle?

Canto I
Nel mezzo del cammin in nostro mondo,
mi ritrovo nel burchio tra color
che son sospesi, chinandomi blando
all’onda. Dolenti note di orror
mi manicano l’udito, nel bieco
stormo di quegli uomini dal sommo cuor
di leone, si ode l’alta eco:
“Oh coronavirus che lor mentisti, / irreale tu, che uomo rendi cieco,
di morette irrite volti copristi!”.
Oh che gente selvaggia e aspra e bruta!
Pover’uomo, d’ignoranza peristi.
Son pronto ad allargarti veduta,
se dal mio burchio prenderai il remo,
presto scoprirai realtà taciuta.
Fatto non fosti a imitar Polifemo.

Canto II
La grazia amor serbi a quel varco,
che io con alta arte del tirocinio
attraverso introcque col perso barco.
Da me viene il medico Virgilio
di biancovestito: “Sei tu maestro mio,
che albor, per schiarir buio giro, in ausilio
porti in prima bolgia di nosocomio?”
Ed egli a me: “Discente mio, beata
è ai degenti la preghiera d’encomio,
dovunque qui sbarca l’adunata,
con luce e buio arrivan gli infermi,
se stella vuol, Dio pena avrà estirpata,
se avversa, carro in Bergam non si fermi!”

Canto III
“Oh donna lacrimosa, in terra giaci,
pena ai miseri occhi miei dai,
qual è seme di stille sì fugaci?”.
Il bianco duca, che a spiegar guai
d’altri è riposto, presto parla: “Dama
che s’ adona in cella asettica, mai
avrebbe sposato uomo di fama
oscura, capo d’osteria, ma
l’amor le anime amate ad amar chiama.
Se pur per possedere lei, dama
illusa in taverna assunta venne,
fu scintilla che alimentò vampa, ma
Natura non s’inforsa e il bimbo ottenne”.

Canto IV
Quanto detto non mi tange, che fine
avrebbe avuto una tale storia?
Suo responso non tarda: “Il confine
serrato fu e pandemia gloria
si prese, il ‘pappò e ‘l dindi’ mancaron
e paura l’oste prese, in aporia
di chiusura. Madre e figlio subiron
ignuda furia e il duo scappò affranto,
ma entrambi vile morso patiron
del viral colubro. Con santo guanto
Tristo Mietitore prole si prese
e donna gridò con faccia di pianto.
Con crudel abbraccio fato distese”.

Canto V
Finita novella che il cuor stringe,
quasi cado come chi sopor piglia.
Diavolo grifagno gola m’accinge:
“Oh povera madre, stretta in briglia,
che in quest’evo di virus raccogliesti
quello che all’amor corrotto somiglia.
A te alta pieta, che morir vedesti
figlio, quando l’opposto dev’essere.
Tal morte innaturale in cuor detesti”.
Del cammin m’ammento, perso in malessere.

Canto VI
C’è luogo in lazzaretto dov’è meglio
chinare il capo, per non veder molti
uomini lacrimar goccia in ciglio.
Cirri negletti, che lì in vie sepolti
s’imbestian nel dolore di minugia,
dal grembo di famiglia son disciolti.
L’avanzar in corsia animo grattugia.
“Oh assistiti, v’abbia in gloria il Signor,
voi, per cui bieca pandemia indugia
pio ritrovo con famiglia ancor,
in vespro v’inmillerete, a Dio
spazio supplicherete e col cuor
urlerete: “perché a noi un tal sevizio?”.

Canto VII
Sventolano gli stendardi d’insania,
i baiuli s’avvicinano e con lor
le urla e i cricchi d’animi in zizzania.
Mi spauro e interrogo: “Chi son color?”.
Duca a me: “È gente che ragion smarrì,
d’argenteo Cocito ora assaggia sapor!”
In manicomio, ove per follia finì
bella Italia, ci ritroviamo a scrutar
volto di suo pio popolo che perì
di sospetto e clausura. Tronfio par,
retto tra i penati, il rubro demonio,
pandemia, con menti di gente giocar
gode. Uomo non farti suo mercimonio!

Canto VIII
Il duca e io lasciamo il reparto ascoso,
dopo il tremolar dei nostri corpi,
giunti all’uscita domando affannoso:
“C’è per quelli antidoto d’anticorpi?”.
E il duca a me: “Cura sta arrivando,
per color che di mente non son storpi!
Coronavirus molto sta spiegando:
amor d’abbraccio, valor di respiro,
alta salute, libertà urlando!”
Luna, come lume in man di fachiro,
cortese, inciela tenebre belle.
Ci accostiamo al varco del chiuso giro
e quindi usciamo a riveder le stelle!

3° Classificato
BAVARO Adriana e PROSCIA Luigi

Nella selva degli anaffettivi

Io e lo duca mio, non eravam giunti nel loco di color che son violenti, ma né tardò guari, ch’in tutti i punti
fummo chiusi per li rami taglienti, che lame pareano a veder. Strade non diritte,ma sentier fuggenti,
selva sì aspra, ch’ogni speme rade. Io fui così preso, dal loco fosco che lo duca mi disse: “Che t’accade?”.
Ond’io parlai: “Cos’è quest’aspro bosco?”. Indi, tutto smarrito, m’arrestai. E lui:” Prima che più entre nel bosco
sappi che cose dure et aspre vedrai”. Io sentìa tante voci dolenti ma non vid’anim’autor di tali guai.
Per li gridi sempre più insistenti, cred’io ch’ei credette ch’io credesse che tra i tenebrosi fusti possent
certa gente per noi si nascondesse. Però disse’l maestro:”Se tu scagli codesti rami sulle piante spesse,
come fanno gl’arcier con li bersagli, li pensier saran monchi in un istante. Io sentia dai numerosi tagli,
di man mia inferti alle alte piante, venir voci; una di lor mi chiese: “ Or chi sei tu, sconosciuto viandante?
Chi ti porta tra noi, anime lese? Ben dovrebb’esser la tua man più pia lasso, ver noi che siam piante indifese!”
A lui dissi ”Se vuoi saper ch’io sia, la mia risposta non sarà negata a te che hai acceso sì l’anima mia”
È il Bel Paese dell’arte amata il loco dov’io son nato; clemente fui verso gente d’odio accecata,
sì son ver te, o spirito dolente. E’l tronco chiese: ”Cosa ti conduce allor nel loco scuro e sofferente?”
E io rispuosi: “Compio col mio duce tale cammino, non per voler mio, ma per voler di lui che dona luce.
Ora che tu conosci chi son io, saper la causa ver del tuo dolor è mio immenso e soave desìo.
E’l tronco cominciò: “Io son tra color i quai han perso il ben dell’intelletto a causa di un sì disgraziato amor
per una prava donna, ch’l mio petto rude non provò poi più sentimento. Nessun demone fu mai sì abbietto
come fu donna dal crudele intento; il colpo ch’assestò fu sì fatale, ch’il mio cuor da quell’istante è spento”.
Ed io: ”Cosa t’ha fatto star sì male della fanciulla da te tanto amata per cui or se’in questo loco infernale?”.
E’l tronco: ”Molta astuzia era celata dietro la sua bontà tanto apparente et spero ch’or anch’ella sia dannata
e di ciò che dico’l cor non si pente. Donna scellerata non provò pietà: m’abbandonò per un uomo suadente
non per bellezza, ma per eredità. Ora son un semplice tronco spento condannato a subire la crudeltà
di provar qualsiasi sentimento. Il non aver compreso il suo contorto scopo, è ‘l mio unico e sol pentimento”.
Così in pianto volse il suo sconforto e fui sì mosso dal racconto triste, ch’io caddi in terra come fa l’uom morto.

SEZIONE AUDIOVISIVI-MULTIMEDIALI

1° Classificato
PUGLIESE Biagio e PUGLIESE Francesco

Riveder le stelle

2° Classificato
MALERBA Daniele

In viaggio con Dante fra musica e fumetti

3° Classificato
CHIARULLI Nicola, CATERINA Rosamaria, IALONGO Maria Teresa, LOBASCIO Ester

La Commedia ora vs allora

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