Ricerche
VOLTI VOCI SILENZI
BITONTO E LA GUERRA
(1914-1918)
La conoscenza storica è conoscenza solo di ciò che può essere provato attraverso i documenti, le testimonianze, i monumenti.
Un fatto che non possa essere ripensato con questi dati oggettivi e materialmente sicuri si pone fuori dalla competenza dello storico, cui spetta il compito di rimuovere tutto ciò che si rivela arbitrario, gratuito, immaginifico. E lo storico si rivela obiettivo se è capace di valutare il fatto nell’ambito della sua relazionalità, ovvero nella realtà dei rapporti di cui è intessuto e nella complessità del suo significato temporale.
Di certo i fatti costituiscono il passato. Questi fatti lo storico li -rilegge, li -rievoca, richiama al presente ciò che è stato ieri per mezzo dei documenti, che è come dire per mezzo delle tracce che gli accadimenti avvenuti hanno lasciato di sé. In tal modo i fatti sono valutati, inquadrati, congiunti, giustificati, spiegati, compresi nel momento stesso in cui sono rievocati. È tale operazione che rende storico il fatto, ossia lo fa oggetto di considerazione storica, senza ridurlo a mera cronaca. Tutto ciò è alla base di questo libro di Vincenzo Robles. Esso è l’esposizione chiara ed ampia di una ricerca sulla Prima Guerra Mondiale per come vissuta dalla città di Bitonto. Una ricerca – ricerca in greco è istoria – condotta principalmente sui documenti conservati nell’Archivio Storico Comunale di questa città presso la Fondazione De Palo-Ungaro e sorretta non solo dal gioioso piacere della narrazione, ma anche e soprattutto dal rigore critico di “trovare i fatti storici”, cioè rinvenire tutta una serie di indizi che con maggiore consapevolezza permettono la ricostruzione di un passato e la sua migliore comprensione dopo attenta riflessione.
Dalla presentazione di Nicola Pice
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