La Fondazione

DE PALO UNGARO BITONTO

Sono in atto laboratori di formazione alla archeologia e di avviamento alla conoscenza del territorio per I giovani studenti delle scuole elementari e medie inferiori e superiori delle scuole locali e dei paesi limitrofi in uno a ‘Progetti’ che convergono sul consistente nucleo archeologico custodito lo spazio museale, così da affinarne e potenziarne la valorizzazione e la fruizione. In particolare, l’idea progettuale intende concentrarsi sulla ricostruzione delle dinamiche insediative e delle esperienze culturali di età peucezia, avendo quale focus la cultura funeraria indigena, ben documentata dai reperti provenienti dalla necropoli lungo via Traiana a Bitonto ed esposti nel Museo della Fondazione ‘De Palo-Ungaro’, e le modalità di occupazione e sfruttamento del territorio fra l’età arcaica e la “romanizzazione”. Si ha intenzione peraltro di realizzare un ‘modello pilota’ sia sotto il profilo dell’allestimento museale sia nell’ambito della fruizione orientata e finalizzata all’inclusione nel processo di cognizione del manufatto antico, nonché di comprensione empatica del sostrato storico e sociale legato alla cultura materiale, con particolare riferimento a fasce di pubblico solitamente desuete,tenute fuori dalla consuetudine museotecnica, che riduce paradossalmente i musei a ‘non luoghi’ della storia individuale e collettiva: ipo-vedenti e non-vedenti e non-udenti. Il risultato finale atteso è la trasformazione di un museo tradizionale in un‘luogo di elaborazione culturale’ del tutto innovativo,caratterizzato da forme di comunicazione dei beni culturali gradevoli e comprensibili e da uno spazio sperimentale, con percorsi tattili e uditivi, rivolto in primis a ipo-vedenti e non-vedenti e a non-udenti, nonché da uno spazio ludico dedicato ai bambini. Tale risultato intende dimostrare che ogni museo tradizionale può trasformarsi un luogo di aggregazione sociale condivisa, anche giovanile, in grado di rispondere a diverse tipologie di utenti. La mission del ‘progetto’ risiede così nella possibilità riproporre e mediare, verso un pubblico vasto ed eterogeneo per interessi e per forme cognitive, una consistente ricchezza di contenuti storici focalizzati di certo sulle vicende di due importanti centri peucezi, nella continua riformulazione dell’Antico,verso orizzonti, profili personali e collettivi, esperienze estetiche aperte al continuo rigenerarsi delle società e della loro ora‘ingenua’ ora ‘mediata’ Weltanschaung, nonché capaci sia di documentare sia di rappresentare, in maniera sempre diversa,l’identità culturale antica, nella fattispecie rintracciabile nel sostrato indigeno, e più precisamente peucezio, dei due centri, che lascia cogliere alcuni epifenomeni ‘forti’: il modo di abitare e occupare lo spazio, le pratiche funerarie, la cultura materiale.

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